mercoledì 2 dicembre 2009

Una vita illuminata, la storia di Swami Rama


Se la pratica dello yoga è stato conosciuta e apprezzata in occidente lo si deve anche Swami Rama, uno dei primissimi maestri di questa antica disciplina ad incontrare negli anni '70 gli scienziati americani alla Menninger Foundation, affinché si arrivasse a verificare l’effetto della meditazione sulla mente umana e relative siddhi.

Sotto gli occhi increduli degli scienziati occidentali questo straordinario yogi era in grado di fermare il cuore a piacimento, abbassare o alzare la temperatura del proprio corpo, produrre differenti tipi di onde celebrali a comando e persino praticare persino la psicocinesi. Ma Swami Rama è stato molto di più di questo: autentica guida carismatica, autore di oltre 40 libri ha riassunto nella sua stessa esistenza le caratteristiche più elevate dello yoga della tradiziona Himalayana, aiutando a diffonderne il messaggio in tutto il mondo.

"Swami Rama, una vita illuminata" è un libro che racconta la biografia di Swami Rama scritta da uno dei suoi discepoli,
Pandit Rajmani Tigunait, attuale capo dell’organizzazione dell’Himalayan Institute di Honsedale negli Stati Uniti.

Il libro racconta la sua avvicente storia, di come sia stato cresciuto dal suo maestro spirituale nelle leggendarie grotte himalayane in cui innumerevoli generazioni di yogi sono state istruite nei misteri della sacra scienza dello yoga e del tantra. Si tratta di una vicenda dai tratti straordinari che descrive i poteri misteriosi e imperscrutabili degli iniziati e dei maestri illuminati da cui Swami Rama è stato allevato e cresciuto negli eremitaggi himalayani.

Ma al di là delle incredibili conquiste sul corpo e la mente che attraverso la pratica yogica Swami Rama riusciva a realizzare quello che contraddistingue questo personaggio è stata la sua autentica qualità morale e spirituale che ha acceso per anni i cuori di chi lo ha incontrato, avviandone l'interesse verso il mondo dello spirito e della ricerca di sè.

"Swami Rama, una vita illuminata" è un libro avvicente, che porta con sè il mistero dell'antica tradizione himalyana e ne trasmette la profonda saggezza che è al di là della parole.


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Link

- "Swami Rama, una vita illuminata" di Pandit Rajmani Tigunait
- "Yoga e la scienza sacra" di Swami Rama
- "L'arte di vivere allegri" di Swami Rama
- "Vivere senza paura" di Swami Rama
- Hymalayan Yoga Institute
- Biografia


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Altri articoli collegati all'articolo

- Lo yoga di Swami Rama
- Uno yogi moderno, Pandit Rajmani Tigunait

martedì 24 novembre 2009

Book trailer di "The Open Secret - Tutto ciò che è"

E' disponibile online e tra poche settimane in libreria il nuovo libro di Tony Parsons.
Questo straordinario autore si presenta per la prima volta sul mercato italiano con un libro che farà chiarezza su tutti i falsi miti riguardo all'illuminazione con grazia e semplicità.

Vi presentiamo il book trailer realizzato per l'occasione.



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Link


- "The Open Secret- Tutto ciò che è" di Tony Parsons
- Sito ufficiale

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Altri articoli

- Il segreto svelato di Tony Parsons

martedì 3 novembre 2009

Il segreto svelato di Tony Parsons


Anni fa, camminando in un parco, la Coscienza riconobbe se stessa attraverso quel corpo-mente chiamato Tony Parsons. Non era stato fatto nulla per portare quel riconoscimento e soprattutto era chiaro che non c'era nessuno che lo stava testimoniando. C'era solo presenza, una presenza che era stata sempre lì, in osservazione di ogni momento della vita di quella forma, inclusi i tentativi di scoprire di nuovo un segreto che sembrava nascosto e che portava con sè un senso di perdita di un paradiso perduto nell'infanzia.

La storia di Tony Parsons in "The Open Secret - Tutto ciò che è " è raccontata con straordinaria semplicità, umanità e profondità portando il lettore a riconoscere ciò che in realtà vive attraverso la nostra forma, il nostro vero Sè. Per la prima volta questo bestseller di fama mondiale esce in italiano, dopo che dal 1995 ha riscosso i favori di migliaia di persone interessate al risveglio. Nella versione italiana il libro esce assieme a "All there is", una raccolta di trascrizioni di incontri tenuti in questi anni in varie parti in Europa.

Tony non parla solo con incredibile acume ed intelligenza, ma dalle sue parole si percepisce, con chiarezza, la fragranza della vera libertà e autentico amore incondizionato che traspaiono da chi ha completamente realizzato il Sè. Senza nessun compromesso per la mente e l'ego spirituali, Tony parla con l'ironia e grazia di un vero maestro di Advaita, anche se si discosta completamente dal clichè del guru e si pone da amico, annullando così ogni illusione di apparente separazione.

Il suo messaggio è semplice, chiaro e diretto: non esiste nessuno all'interno del corpo-mente chiamato "me", non esiste l'individuo, ma un unico Sè che vive attraverso e come ogni forma. Tutto è il divino che si manifesta e da nessuna parte esiste qualcosa che sia separato. Ogni ricerca spirituale è completamente inutile, perchè mantiene l'idea che ci sia qualcosa da trovare, qualcosa di perduto. Nulla è perduto, l'ovvio segreto era sempre pronto ad essere scoperto e l'invito del divino perchè questo accada è costante, basta solo riconoscerlo. E come puntualizza Tony, nulla si può fare a riguardo, perché quell'invito è colto quando è tempo che questo accada.

La ricerca spirituale termina infatti non perchè qualcosa è stato trovato, ma perchè si riconosce che non c'è nessuno che possa trovare niente. Questo riconoscimento che è al di là della possibilità dell'immaginario individuo accade per grazia; una grazia che, Tony precisa, è sempre disponibile.

Si tratta di una delle condivisioni più radicali del messaggio Advaita e tra le più pure che si possano trovare nel cosiddetto panorama spirituale. Tony Parsons non nega le caratteristiche dell'individuo, anzi ci invita a celebrare la propria unicità come forme, riconoscendo allo stesso tempo come non ci sia nessuno che le vive. La forma è solo testimoniata da questo Sè che osserva ogni cosa che appare e scompare. La nostra natura originiaria è dunque un nulla che è anche ogni cosa.

In questo, commenta Tony, quella che chiamiamo saggezza si sposa con l'amore.

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Link

- "The Open Secret- Tutto ciò che è" di Tony Parsons
- Sito ufficiale

giovedì 22 ottobre 2009

Conferenza sull'Advaita e la spiritualità contemporanea


Negli ultimi anni l'Advaita Vedanta (non dualità) ha raccolto l'interesse non solo di ricercatori di vecchia data, ma anche di persone nuove al mondo
della spiritualità e della meditazione.
Questo è stato possibile grazie ad
interlocutori che hanno saputo rispondere alle domande e alle questioni tipiche della nostra era, come l'esigenza di trovare un equilibrio e una
pace in una quotidianità spesso caotica e fonte di stress.
Ecco il tema di una conferenza organizzata dall'Associazione Light e da Laris Editrice che si terrà il 2 novembre alle 21 all'Auditorium San Sisto in via Carlo Alberto a Bergamo (quartiere Colognola).

Queste voci moderne sono di maestri come Ramesh Balsekar, Tony Parsons e
altri che pur in linea con l'antica tradizione dell'Advaita Vedanta, parlano
un linguaggio occidentale e si relazionano con un approccio non religioso e
non filosofico alle domande fondamentali sulla vita e su noi stessi.

Nessun cammino progressivo, nessuno stato da raggiungere, nessuna purificazione necessaria. La verità che ogni ricercatore spirituale ricerca, la risposta alla domanda "Chi sono io?" è infatti già presente al 100%, ma è ignorata a causa dell'identificazione col il corpo-mente, con l'ego. I maestri dell'Advaita indicano infatti che ciò che siamo è quella consapevolezza che osserva questo chiedersi. La risposta a questa eterna domanda è proprio quell'Io che testimonia ogni cosa, un "Io" che è pura consapevolezza, priva di ogni di attributo o qualità e perciò in grado di riconoscere qualunque qualità possibile di qualunque accadimento, sia esso apparentemente interiore che esteriore. Nel riconoscere questa nostra identità, questa natura originale del nostro Essere, la falsa identità si dissolve. Quello che si dissolve è l'ego, ovvero il concetto di essere un corpo-mente separato, un ricercatore spirituale, o più in generale un individuo. In altre parole la risposta alla domanda "Chi sono io?" porta alla fine non solo della ricerca, ma del ricercatore stesso.

Illuminazione o risveglio è dunque questa realizzazione, ovvero che non esiste un ricercatore, ma solo una azione di ricerca che accade nel vuoto dell'Essere. La ricerca dunque finisce, non perchè riceva una conclusione, ma perchè si riconosce che essa sorge, continua e finisce in quell'"Io" eterno che è la verità cercata.


Alla conferenza parteciperà anche Bodhi Avasa, maestro risvegliato che condivide il riconoscimento del Sé da oltre 40 anni con seminari e incontri tenuti in Europa, Stati Uniti e Canada. Sarà possibile per i partecipanti fare domande direttamente ad Avasa sulla visione dell'Advaita.


Per informazioni e prenotazioni tel. 035- 230494
oppure mail info@libreriashesat.net










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Links

- "Non più confusione" di Ramesh Balsekar
- "A chi importa?" di Ramesh Balsekar
- "The Open Secret" di Tony Parsons
- Sito di Avasa


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Altri articoli correlati

- Avasa, l'ordinarietà di un Buddha
- Muore Ramesh Balsekar
- Nuova Collana Advaita

lunedì 5 ottobre 2009

Avasa, l'ordinarietà di un buddha

"Tutto è un'unica Coscienza ininterrotta".

In modo semplice, ordinario e diretto Bodhi Avasa condivide un messaggio che è lo stesso di ogni altro maestro, ovvero ciò che tu sei è Coscienza, che vive attraverso ogni forma.

Schivo ad ogni tipo di gerarchia spirituale tipica del tradizionale rapporto maestro-discepolo, Avasa smonta ogni genere di etichetta che la mente pone sulla parola illuminazione, rendendo questo evento così straordinario disponibile e accessibile per chiunque sia sinceramente interessato a realizzare chi è. Questo maestro del Galles, ma di origini indiane, indica come l'Illuminazione stia accadendo in massa come unica possibile risposta alla sofferenza e al senso di separazione.

A breve Avasa sarà presente in Italia con una serie di incontri a Milano, Torino e Bergamo e un ritiro a fine mese sul lago di Garda.

Ecco un breve estratto di un'intervista che Avasa ha rilasciato in concomitanza con l'uscita della collana Advaita Vedanta di Laris, di cui sarà presto autore.
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Domanda -"Che cosa è la Verità? Molte persone sembrano dire di avere raggiunto la “verità”, ma spesso dicono cose molto differenti tra loro…esiste UNA verità?


Avasa - Ciò che non cambia mai è Verità, tutto ciò che esiste è in stato di costante cambiamento, nulla è mai uguale due volte; ma ciò in cui tutto cambia è, in sé, immutabile. Ciò che è immutabile è Verità. L’esperienza umana è capace di conoscere l’esistenza del cambiamento perché quell’Uno, che fa esperienza della Vita attraverso e in quanto forma umana, è in sé immutabile, è l’Eterno stesso.

Non si può raggiungere la Verità si è già questa Verità, ciò che è immutabile, l’Eterno. La Verità, quindi, non è da un’altra parte, pronta ad essere raggiunta. Non è necessario un cambiamento nel tempo per vedere ciò che uno è sempre, si è già ciò che si andava cercando.

Quest’Uno che sta facendo esperienza di questa creazione chiamata Vita, che è la propria azione che si manifesta, è sempre lo stesso. Quest’Uno è immutabile e quindi è la Verità.


Domanda - La mia mente parla continuamente, giudicando ogni cosa che accade, comparando e così via. Ho provato vari tipi di pratiche e meditazioni per fermare la mente, ma al di là di piccoli momenti di silenzio non sono riuscito a zittirla. Cosa posso fare? Nell’illuminazione la mente è sempre silenziosa?



Avasa - Volere una mente silenziosa proviene dalla mente, dalla memoria; sorge dall’intuizione che il silenzio è ciò che ci è più naturale.

Sappiamo intuitivamente che il silenzio è presente, grazie alla nostra memoria di un tempo nell’infanzia in cui vedevamo il mondo attraverso occhi silenziosi senza giudizi, quindi senza la sensazione di essere separati da ciò che era visto. A volte non c’era un me e una cosa vista, solo l’Uno.

Questa memoria, che fa sorgere il desiderio di essere in silenzio, di essere silenzio stesso, proviene dal fatto che intuitivamente sappiamo che il silenzio è là dove la mente, nei nostri primi anni, si ritirava, dopo aver fatto il lavoro che era necessario al momento. Il silenzio è ciò che intuitivamente sappiamo di essere.

La mente è uno strumento della nostra vera natura, ma a causa del condizionamento è stata portata a credere di essere il maestro. Quando la mente riconosce di nuovo ciò che è precedente ad essa, allora diventa felicemente obbediente. Appare quindi solo quando le circostanze del momento richiedono che essa si attivi e poi, di nuovo, ritorna al silenzio inattivo che ne è la sorgente.

Tutte le meditazioni insegnate e quindi imparate, sono mente; sono basate sulla memoria, con l’intenzione da parte della mente di essere in controllo dello zittire quell’attività che è la mente. E’ per questa ragione che esse richiedono sforzo, che quindi porta l’attivazione deliberata della mente. La meditazione intenzionale, che è il desiderio di fermare l’attività della mente, viene dalla mente; proviene dalla non-accettazione di ciò che è.

Troppo focus sulla mente, come se essa fosse un problema, porta ad essere in difficoltà con quella attività che è conosciuta come mente.

La mente va a riposo quando è riconosciuto ciò che è precedente all’azione di ciò che chiamiamo mente.

Domanda -Cos’ è l’accettazione?


Avasa- Accettazione è arrendersi, una resa della mente che cerca di elaborare un modo di arrivare alla non mente.

Questo di certo non può essere compiuto dalla mente stessa, se è la mente che cerca di far arrendere la mente, questa ancora una volta sarà un’azione della mente. Quando l’accettazione accade è la mente ha visto i suoi limiti e riconosce questo come un fatto. Il limite è diverso per ciascuno di noi. A volte la resa accade improvvisamente, forse l’intuizione è più predominante; altre volte accade un po’ alla volta in un periodo più lungo, ma quando accade semplicemente accade, non è qualcosa che uno può fare e nessuno la può pianificare preparandosi prima.

Se è un qualcuno che si arrende, allora c’è con il desiderio di avere un risultato, il che chiaramente è un contrattare non è arrendersi. Quando c’è resa, non c’è nessuno che la fa: è una azione della coscienza".

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sabato 3 ottobre 2009

Cosa è l'ego

Forse la parola ego è una delle parole più usate e abusate nell'ambiente spirituale. Spesso infatti è utilizzata senza davvero soffermarsi su cosa in realtà significa.

In questo estratto dal libro "Non più confusione" di Ramesh Balsekar- il grande saggio indiano recentemente scomparso a Bombay- si descrive con precisione cosa sia l'ego, ovvero un concetto con cui la Coscienza stessa si indentifica.

L'ego dunque non è un'entità che deve morire, ma solo un'attività nella coscienza, un'idea. In realtà ciò che siamo è ciò che osserva questo concetto e quindi è già totalmente libero da esso.

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L’ EGO INFAME


Non esiste altro che la Coscienza. Allo stato originale, la Coscienza – o Realtà, Dio, l’Assoluto, il Vuoto, come la si voglia chiamare – non è consapevole. La Coscienza a riposo non è consapevole di Se stessa. Diventa consapevole della propria esistenza solo quando sorge improvvisamente il pensiero “Io Sono”. Questo “Io Sono” è il senso impersonale di essere consapevole; è l’istante in cui la Coscienza a riposo diviene Coscienza in movimento, ossia quando l’Energia potenziale diventa manifesta. Però non si tratta di due cose separate. L’Energia manifesta non emana dall’Energia potenziale. Esiste solo la Coscienza. È la Coscienza stessa a creare l’illusione del mondo-apparente e dell’ego, a percepire l’illusione della diversità in quello che, in verità, è pura Unicità. Sembra difficile capire come l’universo possa esistere nella Coscienza infinita dato che questa dovrebbe trascenderlo. In verità non esiste niente al di fuori della Coscienza; perciò la Coscienza o Dio non può essere altro che immanente in ogni cosa che sembra esistere. Tuttavia, non può esservi alcuna relazione tra manifestazione fenomenica e Coscienza, dato che una relazione esiste soltanto tra due entità diverse. In questo senso, la Coscienza trascende l’universo manifesto. L’universo esiste nella Coscienza come in potenza esistono le onde che sorgono dalle acque di un mare calmo.
Nell’universo manifesto ogni cosa è il prodotto della Coscienza, sia quando si vive nell’illusione in cui la manifestazione appare come “reale”, sia dopo la realizzazione della Verità. Non siamo, e non siamo mai stati, altro che un prodotto della Coscienza. Sarebbe forse più facile “comprendere” la Verità se potessimo concepire che non è mai esistito un “noi”, e che tutto ciò che esiste, ed è sempre esistito, è unicamente la Coscienza o Dio. Più o meno coscientemente, riteniamo d’essere degli esseri senzienti e quindi separati dalla manifestazione; “noi” siamo il soggetto e il resto della manifestazione è l’“oggetto”.
In realtà, questo “noi”, in quanto fenomeno manifesto, è parte integrante dell’universo manifesto. Riteniamo d’essere entità separate perché prendiamo coscienza dell’universo apparente tramite la qualità di giudizio delle nostre facoltà cognitive. Questo “giudizio” è un aspetto della Coscienza stessa, per questo motivo non possiamo liberarci dal concetto di essere separati dall’apparenza manifesta. Non appena realizziamo che non siamo entità separate, bensì la Coscienza stessa con qualità di giudizio che funziona come mezzo per conoscere la manifestazione, l’illusione della separazione (che è la causa della sofferenza e della limitazione) svanisce. A questo punto sorge la chiara comprensione intuitiva che, dato che non siamo manifesti, siamo il Noumeno, e in quanto manifesti siamo apparenza (non separati più di quanto lo è la sostanza dell’oro dalla forma dei gioielli). La manifestazione nasce dal Non-Manifesto e, a tempo debito, si fonderà nuovamente in esso. In qualità di individui, gli esseri umani sono del tutto irrilevanti, personaggi illusori su un palcoscenico del sogno che chiamiamo “vita”.

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venerdì 2 ottobre 2009

L' Io che non esiste

"Chi sono io?", ecco la domanda che Ramana Maharshi- uno dei più famosi guru indiani del secolo scorso- suggeriva di porsi.

Una domanda che non mirava ad avere una risposta oggettiva, ma a mostrare come nella ricerca di questo Io ciò che si scopre è che esso non è un qualcosa di tangibile, ma il vuoto osservatore della domanda stessa.

"Io" è dunque pura Coscienza.

Ecco un estratto dal libro "A chi importa" dove Ramesh parla dell'Io e dell'invito di Ramana.

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L’autoanalisi – Chi sono io?

RAMESH – Molti mi domandano se Ramana Maharshi aveva dei principi fondamentali. Certo che ne aveva, per esempio la domanda:
“Chi sono io?”. Dato che Ramana Maharshi parlava in tamil, non sarebbe neppure giusto tradurre la sua domanda con “Chi sono io?”, ma “Chi è questo io?”, oppure (questa è la mia interpretazione) “Esiste questo io?”.

Quando arriviamo alla conclusione che nessuna azione è realmente ‘nostra’, l’intelletto non presenta più questa domanda, ma sorge invece spontanea dal profondo dell’essere. Se non siamo noi a fare o ad agire, chi è questo ‘io’? Esiste davvero? Chi è questo ‘io’ che occupa tanto spazio nella nostra vita? Ramana Maharshi poneva spesso questa domanda. Se è l’intelletto a porre la domanda, provvederà anche a rispondere; poi creerà dei dubbi e darà altre risposte che creeranno altri dubbi, e via di seguito. È una situazione simile a quella di un cane che si rincorre la coda.

Quando, attraverso l’esperienza personale, si giunge alla conclusione che nessuna azione è veramente ‘nostra’, l’intelletto cessa di fare domande e la risposta sorge dal profondo dell’essere, ossia dalla Sorgente o Dio. È Volontà di Dio che la domanda sorga ed è per Volontà di Dio se state ascoltando e riflettendo su questi concetti. È ancora Volontà di Dio se provate a praticare l’analisi delle vostre azioni.

Possiamo quindi sperare che, per Volontà di Dio, la risposta sorga: “Non è mai esistito un ‘io’ individuale quale autore dell’azione”. Se voi non siete mai stati l’autore delle vostre azioni, neppure gli altri sono mai stati gli autori delle loro azioni.

Se avete ancora dei dubbi, riportate la mente al principio fondamentale: non succede niente che non sia Volontà di Dio ed ogni dubbio si dissolverà.











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